domenica 3 gennaio 2010

L'intervista di Anna Sciacovelli per l'Obiettivo, quotidiano online di Cassano delle Murge.

TERESA E LA SABBIA, UN AMORE VISCERALE

di Anna Sciacovelli | 02/01/2010 | 0 commenti commenti | Categoria: L'intervista

Teresa Colaninno, classe 1968, pugliese, da sempre un innato amore per la pittura e l’arte in genere.
Vive ed opera a Cassano delle Murge, in via Papa Paolo VI, civico 23.
Da alcuni anni ha scoperto, nella sabbia, materiale che le suggerisce, per la sua stessa natura e provenienza, quasi arcaiche reminescenze, il mezzo per poter fare venir fuori la propria “creatività”.

Cosa provi nel maneggiare la sabbia?
Provo una sorta di gioia interiore perché lo stesso sfrigòlio di questo materiale, cioè la sabbia tra le mani, sembra darmi la gioia di un possesso della materia che potrà servirmi per fare “arte”.

Quali sensazioni riesci a captare da essa?
La domanda, apparentemente simile alla precedente, sembra essere dettata dalla Sua necessità di indagare meglio nella mia “psiche”, sicché Le rispondo che le sensazioni da me captate, attraverso tale contatto, sono molteplici e diverse.

Cosa vuoi dimostrare al fruitore attraverso i tuoi lavori?
Ritengo che anche queste mie “cose” apparentemente semplici siano e possano essere definite opere d’arte perché, per la loro esecuzione, ci metto cervello e cuore. Nascono assai spesso istintivamente dettate dalla fantasia e soprattutto dalla immaginazione. Cerco con esse di trasmettere un piccolo messaggio al fruitore però mai a squarciagola ma quasi flebilmente.

Quanto calore ricevi da questo materiale così fluido che sembra acqua?
Mentre un pittore trova la propria ispirazione nella tematica da trattare e, anche attraverso il colore, trasmette il calore del proprio “io” ad un’opera d’arte, dal canto mio, nel momento stesso in cui utilizzo il materiale (sabbia) per una qualsiasi opera, mi sembra avere tra le mani qualcosa di molto fluido e caldo.

Quale rapporto s’instaura con la sabbia elemento primario della tua creatività?
Come per un qualsiasi artista, sia esso pittore che scultore, prima, durante e dopo l’esecuzione di un’opera s’instaura un rapporto di interscambio e di interdipendenza tra la propria creatività e il materiale usato, la stessa cosa avviene per me. Nel momento in cui eseguo un’ opera, piccola o grande che sia, avverto di essere posseduta da una forza interiore che mi detta e mi suggerisce quello che dovrò fare. E’ qualcosa difficile a spiegarsi e per questa risposta Le faccio io, invece, una domanda. Cosa mi dice Lei?

A questi manufatti creati da te dai un valore venale o spirituale?
Si dice che l’artista, un qualsiasi artista, debba creare prima per se poi per gli altri al fine di poter soddisfare una propria esigenza interiore, dare una risposta a quelle che in primis ha dentro di se e poi cercare di trasmettere agli altri, attraverso quanto realizzato, un suo messaggio. Eseguo queste mie opere soprattutto per un bisogno interiore anche se ritengo ovviamente che una volta presentate al giudizio o alla lettura altrui le stesse diventano “oggetti da commercializzare come un qualsiasi prodotto”.

Da quanto tempo lavori con la sabbia?
Le confesso che ho sempre amato, sin da bambina, l’arte nella sua più ampia accezione del termine ragion per cui da alcuni anni, quasi creandomi un mio spazio segreto, un vero e proprio “Eden”, mi sono dedicata e mi dedico a questa attività che spero rimanga non un mestiere e non lo diventi tale ma sia una specie di evasione e di fuga dalla cruda quotidianità.


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