Con questo post inizio una nuova rubrica dedicata al talento, non solo nell'arte ma in tutti i campi, facendo però focus sui giovani italiani, perché troppo spesso scarsamente considerati, anche quando il loro talento è così palesemente evidente.

Battute a parte, oggi c'è poco da ridere, infatti, negli ultimi anni, anche a causa della epocale crisi che ci ha colpiti tutti dal 2008 e che purtroppo non accenna a finire, ha ripreso vigore la fuga dei giovani talenti italiani verso l'estero, una migrazione meglio nota come fuga dei cervelli, un esodo forzato non di proporzioni bibliche come quelli di massa di inizio novecento, ma che sta diventando sempre più preoccupante, perché sta rapidamente togliendo al paese le migliori risorse per il suo futuro.
La fuga dei cervelli è già costata cara all'Italia, 4 miliardi di euro in 20 anni secondo recenti ricerche - leggi QUI - e decine di migliaia di talentuosi italiani migrati verso Stati Uniti, Canada, Germania, Gran Bretagna, Francia, non c'è di che stupirsi se questi paesi siano sempre più ricchi ed evoluti del nostro!
Eppure una volta non era così, l'Italia, culla della cultura occidentale, è stata anche la patria di talenti assoluti in tutti i campi, come Leonardo da Vinci, forse il più grande genio di tutti i tempi, come gli artisti Giotto di Bondone, Raffaello Sanzio e Michelangelo Buonarroti, solo per citarne tre, o come i poeti-scrittori Dante Alighieri e Francesco Petrarca, o ancora i navigatori Cristoforo Colombo e Marco Polo, o come gli inventori-scienziati Galileo Galilei, Alessandro Volta e Enrico Fermi, eccetera, eccetera, la lista di nomi celebri da citare è lunghissima ed arriva sino alla notte dei tempi con Archimede, d'accordo, quest'ultimo genio dell'antichità era greco, ma pur sempre di Siracusa, che all'epoca faceva comunque parte della Magna Grecia, oggi Italia, meridionale per giunta...